lunedì 17 marzo 2008

Notte (pro)fonda



Frecce infuocate corrono nella notte.
Luci bianche rosse e giallognole squarciano il buio
dell'autostrada.
Motori rombano nel silenzio della campagna che fugge
silenziosa e inerte in contromano.
Pneumatici artigliano l'asfalto nero e lucido
scaldandosi, aderendo, consentendo curve pericolosamente
paraboliche, ai limiti della tenuta.


Rallentano, devono.


E' una notte di fine luglio, il caldo, l'afa,
l'interminabile coda al casello.
Auto disposte in file ordinate che procedono di qualche
metro ogni minuto, sguardi fissi e stanchi,
l'illuminazione arancione delle lampade antinebbia che
getta sinistri lampi su sagome immobili e meditanti.

Contenitori di lamiera su quattro o più ruote che
covano storie non raccontate, pensieri confortanti,
emozioni ancora vive anche se lontane.
Finestrini abbassati, bimbi che dormono, donne che
sognano, autisti che sanno quanto si possa imparare
viaggiando: anche se vai e torni sempre negli stessi
posti.
Villeggianti scalpitanti, con i portapacchi carichi e i
portafogli vuoti, nervosi e rilassati a momenti alterni.
Autoradio, una per automezzo, il volume basso e l'illuminazione blu, il deejay
che per lavoro ci tiene a farti compagnia, parte il ritornello di una canzonetta
spensierata.

Un ragazzo scuote la testa più volte, tiene un braccio
fuori dal finestrino, sembra abbracci la portiera.
In mano un oggetto che brilla.
Tra le sue dita rotea un anello, ogni tanto si sofferma a
fissare ciò che gli sta accanto.
Un sedile vuoto.

Sono le 3 e 12 minuti.
E non importa a nessuno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' successo anche a me.
Un momento di solitudine mista a malinconia.
A vote dopo un pò di tempo passa, altre ti rimane una cicatrice dentro che porti per sempre con te.

Anonimo ha detto...

Sebbene non sia il fulcro del post mi è piaciuta questa frase: "autisti che sanno quanto si possa imparare
viaggiando: anche se vai e torni sempre negli stessi
posti".
Giusto ieri parlavo di questo, ma tante altre volte l'ho pensato: amo l'idea di viaggiare. Non l'idea di viaggiare per andare al mare in vacanza, per andare dalla ragazza o dagli amici. Ma l'essenza del concetto "viaggio": lo spostamento. Ogni volta che sono in auto, col sole o con la pioggia, di giorno o di notte, quello che vedo mi racconta sempre qualcosa di nuovo, anche se lo conosco da una vita...E poi ogni viaggio, soprattutto da solo, ti da un'opportunità straordinaria, che spesso sfugge nella frenesia dei rapporti con gli altri: pensare.