martedì 27 aprile 2010

Michele Kohlhaas



Michele Kohlhaas era allevatore di cavalli ed aveva una visione ricorrente: un cerchio con i suoi cavalli e là in mezzo, lui ci vedeva Dio. Nel senso di ciò che è giusto, perfetto: un impeccabile cerchio.

Qualche giorno fa mi è capitato un po' per caso di ascoltare Marco Baliani che leggeva una sua versione di Michele Kohlhaas, leggermente adattata al teatro. Fu così che lui vent'anni fa diede inizio al teatro narrazione in Italia.

Al di là del suo valore storico-teatrale, comunque, la storia di Kohlhaas è una storia struggente, romantica. Politica, in un certo senso. Perché il protagonista lotta contro l'Autorità in nome di una Giustizia impossibile - “Se la vendetta non è il desiderio dei giusti, allora qual'è il desiderio dei giusti?” - chiede Kohlhaas, all'epilogo del suo disperato tentativo di riparare il cerchio della giustizia… Da ascoltare se non altro per capire cosa vuol dire leggere bene!

Per ascoltare, clicca qui.

Samuel

1 commento:

Andrea ha detto...

Il desiderio dei giusti è che sia fatta giustizia.
La vendetta, tutt'altra cosa, è meschina ed egocentrica rivalsa.
Essa è il desiderio dei vendicatori, non dei giusti.
La giustizia è illuminata, la vendetta è cieca.
La giustizia è armonia, la vendetta è solo violenza.
E tra le vittime della guerra vendicativa di Michele Kohlhaas ci saranno state sicuramente persone migliori di lui trovatesi a doversi difendere dalla sua ira.