giovedì 9 giugno 2011

Il nemico n. 1



Sponge. Canaglia.
Sono devastato, chino su questo foglio intriso di lacrime e odio. Pieno di rancore e di domande.

Cosa, mi chiedo cosa. Ma soprattutto come.
Come hai potuto portarmela via. Come hai potuto togliermi l'aria, cavarmi gli occhi, strapparmi il cuore.
Eravamo felici. Poi sei arrivato tu.
Questo è tutto quello che so.

Non faceva altro che parlare della tua eleganza, del tuo essere così 'superiore' nei gesti, nelle movenze. Ore e ore a parlare con le sue amiche del tuo piglio mascolino, dell'espressione accattivante dalla quale traspare la tua perpetua indifferenza, quella che per assurdo ha attratto la mia donna a te molto più delle mille attenzioni di cui la circondavo io.
Cos'hai tu più di me?

Non so, il tuo fisico marmoreo modellato da un redivivo Michelangelo?
Sono andato in palestra mesi e mesi. Ho preso l'ormone della crescita rischiando la vita.
Non è servito.
Continuava a sognarti a occhi aperti.

La tua fine intelligenza? Ho letto due volte "Fondazione della metafisica dei costumi" di Kant. E in ciascuna occasione ero riuscito a comprendere almeno una frase. Forse non era molto ma mi sentivo comunque pronto a farle capire quanto valevo, ce l'avevo messa tutta.
Sciocca speranza soffocata nel giro di qualche ora.
Cadde il giorno dopo, dalla borsetta della mia ragazza, un biglietto scritto con la tua calligrafia: "Kant va superato: l’idealismo fenomenologico non può essere assimilato a quello trascendentale di tradizione kantiana, poiché non riconduce la struttura dell’esperienza alla soggettività, ma alla peculiarità dei contenuti sensibili."
Sono scoppiato in lacrime, non mi succedeva da Milan - Liverpool del 2005.
Mi hai fatto male, molto male.

Cos'hai che ti rende così irresistibile? So che io questa cosa, qualunque cosa essa sia, non ce l'ho. E non ce l'ha nessun altro, soltanto tu.

Parlo da uomo ferito lo so.
Ora tirerò fuori il solito discorso secondo cui alle donne piacciono solo i farabutti come te.
Guai alle anime che blandisci! Guai ai cuori che incateni a te!

I tuoi occhi azzurri: un'arma di distruzione di massa. Le tue vittime: conquiste di cui vantarti.
Ma tu provi gusto nel sedurre e abbandonare, corrompere e disprezzare.
Non ti fermerai mai, il Male non rallenta, non si ferma: avanza inesorabile e con l'arroganza del tuo sguardo.

Sponge io ti odio. Che tu sia maledetto.

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