Ci sono valide ragioni per non voler essere qui a quest'ora della notte.
Una è che la sala d'attesa del pronto soccorso di un ospedale di provincia non si può esattamente definire un salotto dalle poltrone rigonfie e invitanti.
Sette sedie beige disposte in fila davanti alla parete scrostata e un estintore rosso senza personalità.
Uau.
Non occorre aver studiato medicina per capire che un simile arredamento spande quel tipo di tristezza in grado di aggravare qualsiasi emergenza.
Un ragazzo semi-sdraiato su una delle sedie attende il suo turno.
E' un classico, al pronto soccorso si aspetta sempre e non si capisce mai chi o che cosa.
Si aspetta. Si aspetta e basta.
Assonnata e sofferente, la sua espressione appare ancora più provata dal momento che il suo sguardo passa attraverso la porta e giunge sullo schermo del televisore acceso della sala infermieri.
Saranno le 2:45 circa e su una delle prime reti stanno trasmettendo uno di quei contenitori amati dai nostalgici e caratterizzati da spezzoni di varietà, videoclip e gag improponibili al pubblico del giorno.
'Forse era meglio stare male a casa.'
Il silenzio è un amplificatore.
Di suoni, di rumori, di pensieri.
O forse semplicemente qualcuno ha alzato il volume del televisore.
E' arrivato il momento di una coppia che canta in playback infagottata in un abbigliamento di dubbio gusto. Facce pulite, sorriso accattivante, lui addirittura vestito da matrimonio.
'Niente, dovevo aspettare domani mattina e vedere se mi
passava, sarei potuto andare dalla dottoressa.'
Canzone dal gusto nazional-popolare, ritmo scontato, sembra davvero che 'sti due tentino a tutti i costi di conquistarti facendoti (e facendosi) in continuazione l'occhiolino.
'Chissà quando esce il nuovo dei Depeche?'
"...devi crederci
ci sarà
una storia d’amore ed un mondo migliore..."
'DEVI CREDERCI
ehi, mi sembra un affermazione un po' forte... Devi crederci? Cosa dovrei fare io?
Eh eh che ingenui questi, ma come facevano a essere così? Davvero credevano di poter dire alla gente in che cosa doveva o non doveva credere?'
'Altri tempi, lo so.
Certo che credere a un sogno è difficile, fa quasi paura. Forse è per questo che oggi percepiamo quasi come dovere morale ridicolizzare chi tenta di avvicinarsi all'incanto.
Io ho paura di illudermi. E per di più oggi sto male, ma male veramente.
Dimmi te se una canzonetta del genere deve pure darmi da pensare...'
"...un azzurro più intenso ed un cielo più immenso
ci sarà..."
La voce allarmata di un uomo vestito di bianco riecheggia lungo i corridoi deserti e copre le ultime note dello speranzoso ritornello:
'Una barella presto!!'
Tre infermieri si precipitano accanto a un ragazzo steso a faccia in giù sul pavimento bianco della sala d'attesa del pronto soccorso di un ospedale di provincia.
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