domenica 4 febbraio 2007

C'era una volta Alcatraz


La copertina del libro di Diego Cugia

''Sono anni che viviamo in questa cella. La felicità non sai cosa sia, la libertà neppure, i desideri neanche. Io sono evaso per insegnarti a sognare'' "Sono tornato per vedere se ci riesce ancora di limare le sbarre insieme per riguadagnare un po' di libertà in questa tetra realtà. ""Un uomo solo davanti al muro è un uomo solo ma due uomini che guardano il muro è un principio d'evasione."
J.F.


Era il 1998. Nell’”ufficio delle libertà”, come era stato goliardicamente ribattezzato il mio ufficio, suonavano in contemporanea le solite 6 o 7 radio. Era un immondo, sovraffollato ma luminoso stanzone che la propaganda aziendale chiamava openspace.
Dalla radio del mio vicino di scrivania arrivava una voce ferma, suadente che mi convinse a vincere il torpore digestivo del primo pomeriggio e ad avvicinarmi. Fù un’epifania, una rivelazione, il primo incontro con Jack Folla.
Alcatraz era il nome del programma perché era da lì, nella finzione narrativa, che Jack parlava, ingiustamente incarcerato e in attesa dell’esecuzione.
E Jack, non avendo nulla da perdere, parlava. Parlava a ruota libera di sentimenti, di rabbia, di politica, delle piccole ipocrisie personali e di quelle grandi, raccontando senza paura “la follia di un’intera società dominata da piccoli dittatori prepotenti educati solo a prendere e l’arroganza di chi ha confinato i nostri sogni negli scaffali dei supermercati, tra sottilette e deodoranti”.

Diventa in pochi mesi una trasmissione culto. Jack fa scandalo, divide: o lo odi o lo ami. E’ quasi sempre sopra le righe, ha questo tono vagamente predicatorio ma lo ascolti e le cose che dice ti sembra di averle sempre pensate, anche se non te ne eri mai reso conto.
Arrivano ogni giorno alla Rai centinaia di lettere, fax, telefonate. Alcune sono piene di invettive, di insulti ma la maggioranza sono dichiarazioni di un amore sconvolgente. “Jack Folla, l’uomo come tutti, il nostro alter ego clandestino, che scuote le coscienze, l’uomo antisistema, come noi vorremmo essere, come forse siamo”.

Ma Jack Folla, udite - udite, non esiste. La voce suadente, calda è dell’attore e doppiatore Roberto Pedicini mentre i testi, le parole sono di Diego Cugia, giornalista, scrittore e autore televisivo ad esempio dell’ultimo Gianni Morandi – “Non facciamoci prendere dal panico” - e della sua “deriva cattivista” tanto bersagliata da Fiorello.
Nel 2002, dopo quattro anni, Cugia decide di mettere la parola fine e Jack Folla se ne va, per sempre. "Non muore, è un addio e gli addii non si annunziano, si compiono. È la loro violenza, la violenza del silenzio che segue, ad essere inevitabile come quando si muore. Jack smette di dire i suoi no perché è stanco … Continuare non avrebbe senso, significherebbe cadere nella fiction, innalzare un monumento, e di Jack si può dire tutto tranne che sia un personaggio falso … Se oggi ho deciso di mettere fine alla storia di Jack non è per vigliaccheria, né per un tradimento, è solo per un gesto d'amore"

In tanti abbiamo amato Jack fino ad arrivare al limite puerile, ridicolo, umano di riconoscerci in lui. Per alcuni non è stata una semplice trasmissione radiofonica ma una radio-terapia di gruppo.
Ma Alcatraz, con tutti i suoi limiti, le sue finzioni un merito comunque lo ha avuto. Quello di averci lasciato intravedere la parte più impresentabile, ma non per questo peggiore, del nostro io. Quello di aver provato a farci immaginare come potrebbe essere il mondo, il nostro mondo, se solo riuscissimo per un attimo ad abbassare le nostre inutili e ridicole maschere.


E per chi non lo avesse mai conosciuto ecco alcuni, forse tra i più belli, dei monologhi di Jack (gentilmente estratti dalla collezione privata di Samuel).

Ragazza che non ho
Donne in rinascita
Conformismo dell’anima
Fratello tu chi sei?


Hasta siempre Jack

1 commento:

Andrea ha detto...

I mediocri

"Ma i mediocri girano liberi.
I mediocri hanno invaso le strade, occupato tutto.
Politica, televisioni, giornali: tutto.

I mediocri girano liberi.
Ci hanno imposto che cosa comprare, cosa è bello e cosa è brutto
I film da vedere, le canzoni da ascoltare, quando ridere e quando piangere.

I mediocri girano liberi come poliziotti
e se vedono passare un'idea la sbattono dentro.

I mediocri si alleano con altri mediocri
e formano un esercito di milioni di fronti basse.
Milioni di fronti basse che gridano banalità
e piantano le loro bandiere
nei nostri liberi stati mentali.
Finché un giorno tutte le idee saranno chiuse ad Alcatraz.

Spegnete la radio e accendete le vostre Tv mediocri.
Perché noi siamo quelli dei sogni bruciati in una notte.
Quelli che si sdegnano anche se non hanno più fiato per gridare.
Quelli che ancora amano anche se sono stati traditi mille volte.
Questa è la vostra radio e io parlo per te.
Sei ad Alcatraz, fratello".

Jack Folla.
(Diego Cugia)