mercoledì 7 novembre 2007

Le lettere della mia vita (A)


Da "Grande illustrazione del Lombardo-Veneto" a cura di Cesare Cantù e d'altri letterati, Milano, Corona e Caimi Editori, 1858

A fu la luce dell'est, come direbbe Battisti.
Non me ne innamorai, questo no. Però fu una passione grande quanto una nazione intera. Fu l'interesse per tutta una terra, che prima non conoscevo affatto. Lei aveva un carattere davvero difficile, e anche difficilmente conciliabile al mio. Infatti per me era una bella amicizia. Tutto qui. Era ciò che andava oltre la sua persona ad interessarmi; la sua cultura nuova e difficile da capire.

Poi c'era una cosa che accomuna molte lettere della mia vita: la volontà di aiutarla in qualche modo. Quasi che io detenessi qualche strano potere, con un effetto positivo sulle persone che mi si avvicinano. Quasi che io fossi una specie di re Mida, che tutto ciò che tocca diventa oro. Invece, fui solo un cretino; ingenuo, sicuramente senza dolo, forse senza colpa, ma comunque un cretino. Lei soffrì molto, e se non fosse che lei ora è felice, starei ancora male pensando a lei.

Samuel

La nebbia che respiro ormai
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est
La luce si diffonde ed io
questo odore di funghi faccio mio
seguendo il mio ricordo verso est
Piccoli stivali e sopra lei
una corsa in mezzo al fango e ancora lei
poi le sue labbra rosa e infine noi
Scusa se non parlo ancora slavo
mentre lei che non capiva disse bravo
e rotolammo fra sospiri e "da"
Poi seduti accanto in un'osteria
bevendo un brodo caldo che follia
io la sentivo ancora profondamente mia
Ma un ramo calpestato ed ecco che
ritorno col pensiero.
E ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
Le foglie ancor bagnate
lascian fredda la mia mano e più in là
un canto di fagiano sale ad est
qualcuno grida il nome mio
smarrirmi in questo bosco volli io
per leggere in silenzio un libro scritto ad est
Le mani rosse un poco ruvide
la mia bocca nell'abbraccio cercano
il seno bianco e morbido tra noi
Dimmi perché ridi amore mio
proprio così buffo sono io
la sua risposta dolce non seppi mai!
L'auto che partiva e dietro lei
ferma sulla strada lontano ormai
lei che rincorreva inutilmente noi
Un colpo di fucile ed ecco che
ritorno col pensiero
e ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.

La luce dell'est di Lucio Battisti (da Il mio canto libero, Novembre 1972)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La prossima volta, forse, è meglio provarci con una che ha il nome che inizia con una consonante...almeno per il gusto di cambiare...a buon intenditor...

Anonimo ha detto...

"Era solo una bella amicizia!" Vabbè, l'importante è crederci...

Anonimo ha detto...

..ma non so se inizia davvero con la A il nome di questa Lei..