venerdì 27 marzo 2009

Adesso




"Adesso basta."
Lo dice il ragazzino che si rialza con un labbro sanguinante mentre il bullo che l'ha steso ghigna sopra di lui soddisfatto.

"Adesso ti faccio vedere io" pensa un impiegato trafficando sul PC dell'odiato collega mentre questi è assente. 

"Adesso è tardi" e ora che il telefono dà occupato una ragazza inizia singhiozzare.

'Adesso'
'Adesso' è indefinibile.
'Adesso' non esiste, non hai il tempo di pensarci che è già diventato 'prima'.
Quello che si fa 'Adesso' decide quello che succederà tra un attimo, ogni istante è conseguenza di quelli precedenti e preludio di quelli successivi.

Ripenso all'ultima volta che ho pensato 'E adesso?'
Non era un bel momento, e anche se non si trattava di una celebrazione in mio onore, il pubblico non mancava.
Ricordo un unico e solitario applauso, quello ironico di chi era rimasto a guardare senza muovere un dito, quello sguardo che continuava a ripetere 'te l'avevo detto'.
In quei momenti non c'è spazio per i sogni di riscatto, è il momento della consapevolezza.
Hai perso, e lo sai.
Quindi?
Non si tratta di una consolazione, più che altro è un sospiro di sollievo, il riconoscere che la vera tragedia sarebbe un'altra: credere di essere dei vincenti incompresi quando in realtà si collezionano sconfitte come fossero francobolli.

Ho capito che il problema non è perdere.
Non riconoscere gli insuccessi significa abbandonarsi all'insensata ripetizione dei medesimi errori così che, se ti ritieni un perpetuo vincente, non potrai far altro che continuare a perdere.
E non meriti di meglio.

L'importante è capirlo proprio Adesso, non importa se è già troppo tardi.

1 commento:

Danilo A. ha detto...

notevole