mercoledì 25 febbraio 2009

Sorpresa!




"La prima volta che ho visto Rosalba Pippa, in arte Arisa, scendere le scale dell’Ariston con l’andatura storta da anatroccolo, le calze bianche da suora, la frangetta da secchiona e gli occhiali telescopici da «siccome che sono cecata», ho pensato nell’ordine che fosse una comica, un’imbucata, una mia prozia rediviva. 

Poi ha aperto la bocca, non prima di averla sbattuta per sbaglio contro il microfono, e con un semplice «sin-ce-ri-taaa» ha conquistato il mio televoto.
Se una come Arisa fosse entrata nei nostri tinelli quarant’anni fa, probabilmente non ci avremmo fatto caso. Si sarebbe mimetizzata nella fauna televisiva circostante. Ma dopo quarant’anni di corpi scosciati, labbra rifatte e discorsi volgari pronunciati in tono disinibito da ragazze senza qualità, una personcina timida e goffa che arriva in tv solo perché conosce bene il suo mestiere assume quasi i contorni della provocazione.

Superata la sorpresa iniziale, mi è venuto addirittura il dubbio che fosse finta. A questo livello di cinismo ci ha ridotti il racconto mediatico della realtà, in cui persino le tragedie sembrano obbedire alle esigenze di un copione già scritto. Ho pensato l’avessero costruita in laboratorio, mettendo insieme ritagli di vecchie fotografie e bozzetti di cartoni animati. Figlia della signora Assunta, della vita nei campi e di quell’inesauribile mondo di provincia (la meravigliosa Lucania, nel suo caso) che credevamo svanito per sempre dentro la pappa uniforme della modernità. Solida, leggera, educata, surreale. Una creatura del miglior dopoguerra italiano che rispunta sulla soglia di un nuovo ciclo di sobrietà.

Ammettiamolo. Con le sue movenze impacciate e le sue dichiarazioni non melense da brava ragazza che sogna l’amore eterno e ammira la comicità educata di Raimondo Vianello, Arisa sembra davvero studiata a tavolino da un consulente di marketing. Ma se anche lo fosse, sarebbe la conferma che persino il mondo dei «creativi» snob che in questi decenni ha costruito l’orrore pacchiano della nostra tv si è finalmente accorto che bisogna cambiare registro e proporre ai giovani modelli più sobri, più veri, più adatti ai tempi che ci attendono.

Poi Arisa ha vinto il Festival e ho seguito in diretta la sua reazione, confrontandola con quella delle vincitrici dei tanti concorsi che la tv ci propina ogni giorno. Di solito, appena apprendono di aver vinto, lanciano urletti isterici e piangono sulle spalle delle rivali, che vorrebbero ucciderle e invece fanno finta di essere commosse anche loro. Arisa no. È rimasta rigida e muta, con le mani parcheggiate compostamente dietro la schiena, come se fosse davanti al preside per un’interrogazione. Ma intanto una lacrima le scendeva giù per l’occhialone, nonostante lei si sforzasse di risucchiarla dentro le orbite chiedendo scusa al mondo intero. Allora tutta la platea si è alzata in piedi per applaudirla e anch’io davanti alla tele mi sono sentito orgoglioso, come se avesse vinto una persona di casa, magari proprio la mia prozia rediviva. Ma non era Arisa che applaudivamo. Era una certa idea di Italia di cui avvertiamo la nostalgia, il desiderio e di nuovo il bisogno."
Massimo Gramellini - La Stampa

Anche io quando l'ho vista goffa, vestita e timida (tre caratteristiche più che vomitevoli) ho immaginato che una ragazza un po' tonta si fosse persa mentre cercava la toilette delle signore.
E invece, diversamente da altre colleghe/i, aveva tutto il diritto di stare lì. 
L'ideale estetico inculcatoci dallo spettacolo in questi anni ha reso qualche cosa di cui sorprendersi una ragazza che sa cantare anche se non ha l'avvenenza e la spregiudicatezza scandalosa di chi buca lo schermo.
Non mi sono piaciuto.
Arisa è stata una bella sorpresa che tale non avrebbe dovuto essere.

Chissà che i fenomeni di 'Amici' (e alcune ragazze costipate di mia conoscenza) non avessero il televisore acceso: come me avrebbero potuto imparare qualcosa.
Da una ragazza goffa, vestita e timida.

venerdì 6 febbraio 2009

Si sposta soltanto


E' ufficiale.
Dio non esiste.
E dire che il sospetto già ce l'avevo.
Facci caso, dai, le evidenze sono sotto gli occhi di tutti.
Allora, se dopo che Gli parli rimani ad ascoltare, non senti risposta.
Quando ti comporti come Dio comanda, la maggioranza dei tuoi simili ti prende a pesci in faccia.
E poi questa cosa di non farsi mai vedere...ma insomma!
Almeno degli UFO c'è qualche foto qui è là, non so, un cerchio nel grano, un'Area 51 sulla quale fantasticare.
Di Dio niente. Niente di niente.
E che ci vuole! Ti ricordo che sei Dio!
Una saetta ogni tanto, lanciata contro qualche cattivone, un miracolo in diretta TV la domenica mattina!
Non capisco perchè, in generale, gli extraterrestri debbano essere sempre personaggi così discreti.

Ecco, anche se è stata impedita, l'iniziativa che avrebbe riguardato gli autobus di Genova, quelli con la scritta "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno" per intenderci, mi ha reso più consapevole.
Questa mattina, appena sveglio mi sono sentito rinato.
Che bello non sentire il bisogno di Dio!
Concentrarsi soltanto sui bisogni fisici.
Mangiare, bere, dormire, accoppiarsi ecc... Un po' come gli animali. Sì, ma animali dotati di ragione, attenzione eh, non facciamo i furbi.
Ah questa sì che è vita! 
Mi sono proprio tolto un peso di dosso, questa fede, questo sentimento opprimente e che noia!

Grazie, grazie davvero all'UARR (Unione atei e agnostici razionalisti) per questo altruistico (anche se mancato) contributo all'emancipazione dell'uomo dall'oscura influenza della fede.
Ah ma da ora in poi le cose cambieranno, uh se cambieranno: o sarai in grado di dimostrare scientificamente l'esistenza di qualcosa oppure ARIA, sei una puzzazza oscurantista per di più sprovvista della (mia) Ragione.
Non ti offendere ma mi chiedo che campi a fare.

Oggi CREDO nella (mia) Ragione quale unico strumento per distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è, ciò che è reale da ciò che semplicemente immaginario.

Oh mio DIO.
La FEDE non si cancella, non si annulla, si sposta soltanto.