martedì 27 aprile 2010

Michele Kohlhaas



Michele Kohlhaas era allevatore di cavalli ed aveva una visione ricorrente: un cerchio con i suoi cavalli e là in mezzo, lui ci vedeva Dio. Nel senso di ciò che è giusto, perfetto: un impeccabile cerchio.

Qualche giorno fa mi è capitato un po' per caso di ascoltare Marco Baliani che leggeva una sua versione di Michele Kohlhaas, leggermente adattata al teatro. Fu così che lui vent'anni fa diede inizio al teatro narrazione in Italia.

Al di là del suo valore storico-teatrale, comunque, la storia di Kohlhaas è una storia struggente, romantica. Politica, in un certo senso. Perché il protagonista lotta contro l'Autorità in nome di una Giustizia impossibile - “Se la vendetta non è il desiderio dei giusti, allora qual'è il desiderio dei giusti?” - chiede Kohlhaas, all'epilogo del suo disperato tentativo di riparare il cerchio della giustizia… Da ascoltare se non altro per capire cosa vuol dire leggere bene!

Per ascoltare, clicca qui.

Samuel

martedì 6 aprile 2010

Via col vento



Non essere triste Mrs. O’Hara.

Se vuoi piangi ma impara a non annegare nelle tue lacrime.
Datti lo slancio e impara a nuotare, alza la testa e quando serve, prendi il respiro.
Vedersi più ricchi quando in realtà si ha la netta sensazione di aver perso tutto è difficile, lo so.
Ma oggi sei meno incosciente. Pensaci.
Hai imparato a non idealizzare imprudentemente fascinosi stranieri.
Guardi oltre, ora sai distinguere l’attrazione dall’amicizia, riconosci il fatto che hai confuso la stima con l’amore.

Sorridi, forse è definitivamente cessato il tempo in cui scambiavi le emozioni per i sentimenti.
Le emozioni ti colpivano rapidamente, a volte ti facevano male e ti lasciavano stordita.
I sentimenti no.
Essi assistono da vicino, ti seguono per giorni, mesi, anni e quando sono nobili e profondi trovano la forza di sollevarti in alto; non importa quale sia il tuo peso, quanto sia ripida la salita oltre le nuvole; a certe altitudini il calore del sole non brucia: scalda.


Ripensa a coloro che rivelano nei tuoi confronti un atteggiamento freddo e scostante: hai la sensazione che ti considerino una mendicante a cui fare l’elemosina, vero?
Apri gli occhi e rielabora la scena, vedi? quel poco che ti hanno dato non era elemosina: era tutto ciò che avevano.
Ed era poco meno di nulla.
Perché? ti chiedo. Cosa ti ha fatto sperare che avessero chissà quali tesori da condividere?
Le fantasie appartengono al sonno, la veglia non consente leggerezze.

Ma ora riposa Rossella, dormi.
Chiudi gli occhi riempiti del nero e dell'arancione del tramonto.
E non temere.
Dopo tutto, domani è un altro giorno