giovedì 20 settembre 2007

Opinioni


Gandhi, Spot Telecom, 2004

Mohandas Karamchand Gandhi: "If you want to give a message it must be a message of Love, it must be a message of Truth. I want to capture your hearts. Let your hearts clap in unison with what I'm saying. A friend asked yesterday, did I believe in one world? How can I possibly do otherwise, of course I believe in one world".

Mohandas Karamchand Gandhi: "Se volete dare un messaggio, deve essere un messaggio di Amore, deve essere un messaggio di Verità. Voglio conquistare i vostri cuori. Fate battere i vostri cuori all'unisono con quello che dico. Ieri un amico mi ha domandato se credessi davvero in un mondo unito. Come potrei fare altrimenti? Certo che credo in un mondo unito".

Winston Churchill: "un fachiro seminudo che osa salire le scale del palazzo di Sua Maestà", "un uomo disgustoso, che dev'essere lasciato morire di fame in prigione".

Albert Einstein: "Le generazioni a venire, forse, crederanno a fatica che un individuo come questo, in carne ed ossa, camminò su questa terra."

mercoledì 12 settembre 2007

Quattro anni


Quattro anni.
Sono quattro anni che passo praticamente tutte le serate del fine settimana in Città.
Da casa mia 30 kilometri all'andata, 30 al ritorno. 60 kilometri ogni sera per raggiungere persone che ritengo li valgano tutti.


La strada la conosco a memoria, l'ho percorsa centinaia e centinaia di volte e in ognuna di esse le condizioni erano diverse. Mi vengono in mente pioggia, neve e gelo d'inverno, la nebbia spesso, il sole torrido di luglio, il fresco venticello delle serate di primavera.
Entro in macchina, è l'andata, sempre piena di aspettative, dopo una settimana di scadenze da rispettare e impegni da sbrigare.
E poi il ritorno, sì, quello durante il quale il tempo sembra rallentare e casa sembra non arrivare mai. Strizzo gli occhi mentre incrocio i fari delle altre macchine, tento di rimanere sveglio nonostante la stanchezza e il sonno, ascolto "Enjoy the silence" ripensando a ciò che ho detto soprattutto a ciò che non ho detto, alle nuove persone che ho appena conosciuto, a quelle che già conosco e che valuto e rivaluto continuamente attraverso i loro atteggiamenti e scelte.


Si sa, guidare su una strada che è sempre la stessa diventa un semplice esercizio mnemonico, la mente non segue l'asfalto ma segue altri percorsi, più impervi, meno trafficati.
A volte si rende conto di aver viaggiato senza essere giunta a nulla. Pazienza.

Arrivo a casa, mi chiedo inutilmente perchè faccio sempre così tardi e punto la sveglia per il mattino dopo.
Spengo la luce, un altro viaggio sta per iniziare.


lunedì 3 settembre 2007

072007@MK


La Macedonia e le sue tre anime, foto Samuel, Luglio 2007

Nedžat è un ragazzo piuomeno della mia età. Vive con la madre e la sorella. E ha ospitato me per qualche settimana.


Mi alzo la mattina abbastanza presto, esco dalla stanza, scendo le scale e fuori di casa vado verso il bagno; lì vicino c'è una vecchia stufa dove comincio a mettere legna: anzi, prima la carta e i pezzi di legno più piccoli, poi quelli un po' più grossi. Con un accendino mezzo rotto appiccio il fuoco.
Il fuoco brucia,
sprigionando acre odore di vero.
Non ho finito. Riempo un pentolone di acqua fredda e lo piazzo sulla stufa. Dopo una mezzoretta potrò usare quell'acqua che diventerà calda per lavarmi. Farsi la doccia qui è un rito. Nulla di complicato, certo, ma un procedimento lungo e ripetitivo, questo sì.

La famiglia che ospita me e alcuni altri miei amici è rom. Ci sono fra i 50 e i 250 mila rom in Macedonia (fonte); oltre ai rom e ai macedoni, poi, ci sono gli albanesi: circa 500 mila (fonte). Si può capire dunque, quanto sia frammentata la popolazione macedone, che in totale si aggira sui 2 milioni di persone (fonte). Le tre anime della Macedonia – rom, albanesi e macedoni, appunto – sono diversissime su tutto: religione storia cultura ecc.; quell'equilibrio assai fragile e un po' forzato che esisteva ai tempi del dittatore comunista Tito, è andato svanendo. Attualmente la Repubblica di Macedonia è proprio come il resto dei Balcani: una pericolosa polveriera. Odio diffidenza e pregiudizi sono elementi ordinari fra le diverse etnie, che ormai si limitano a sopravvivere in un'esistenza in cui prevale la peggiore delle tolleranze: la totale chiusura verso chi è diverso.

Ad esempio, i macedoni sono cristiani ortodossi, mentre gli albanesi musulmani. Molti albanesi hanno muri di cemento attorno alle loro case, per “proteggere” le loro donne. Ai tempi del regime di Tito, le autorità andavano con le ruspe a demolire questi muri e, anche quando i padroni di casa si piazzavano caparbiamente seduti davanti al proprio muro, si usavano i cani per farli alzare. Ora questa violenza culturale e religiosa è acqua del passato. Tuttavia i “muri” che separano gli albanesi dai macedoni sono ancora più spessi. Ci sono villaggi in cui vivono solo albanesi; villaggi in cui vivono solo macedoni. E anche nelle città a popolazione mista, i quartieri sono quasi sempre ben separati.

Insieme al mio nuovo amico rom, discuto con una famiglia albanese musulmana di quanto la religione sia stata incapace di guidare l'umanità, la politica. Leggiamo alcuni passaggi da una sura del Corano e mentre faccio notare un passaggio biblico, gli occhi del padre di quella famiglia brillano...

di una luce di consapevolezza mista a speranza.
Forse un altro mondo è possibile.

Samuel