venerdì 21 novembre 2014

Il Signore ti (chi)ama



L'indole esasperatamente autoassolutoria e individualista della società nella quale la maggioranza dei cittadini occidentali si crogiola un giorno sì è l'altro pure, non poteva che accogliere con sollievo le espressioni di un papa come Francesco.
Semplice, sobrio e dall'indole disponibile, quest'uomo esprime la scaltrezza di una Chiesa che nel suo momento più difficile gioca la sua carta migliore. E vince la mano.
Commentatori entusiasti in trattoria, per strada, tra le righe della carta stampata e le pagine web di prestigiose testate nazionali e internazionali, sottolineano ripetutamente l'atteggiamento dolce e paterno di un un uomo che alterna semplice buon senso ad aperture inedite (ma nei fatti da sempre operate) nei confronti dei 'peccatori'.
Ci ritroviamo a considerare una notizia il fatto che il papa si sposti sul microbus insieme agli altri cardinali, uno scoop il papa che prende in braccio i piccoli, un evento la sua ultima esternazione contro l'ingiustizia sociale.

Quello di cui nessuno sembra accorgersi però, è che la Chiesa Cattolica continua nella sua opera di auto dissoluzione.
Piuttosto che una concreta opera di insegnamento capillare volta al trasferirmento verso le masse di concetti quali la bontà del Bene e la vacuità del Male, la Chiesa di oggi, in perfetta continuità con quella di ieri, continua a sviluppare la propria azione sulla base delle esigenze di minoranze rumorose e combattive.
Minoranze che poi si ritrovano sostanzialmente a loro agio in una società avida ed egoista nei comportamenti, pagana per ciò che concerne la dottrina che regola i suoi variegati e contraddittori valori.

Va tutto bene, l'importante sono l'amore e l'amare.
Cosa poi significhi amare davvero lo decide ciascuno a livello individuale dunque, 'chi sono io per giudicare un gay'.
Non lo so, dimmelo tu che sei vestito di bianco e hai tutte quelle guardie intorno.

Il Signore prima o poi ti (chi)ama. E ti chiede conto.
Studia va'.