domenica 13 aprile 2008

Il lato operaio della vita

La Corte dei Miracoli.
Ballerine, cantanti, attori, musicisti, calciatori, uomini e donne di potere.
Aspiranti quanto mediocri ballerine, cantanti, attori, musicisti, calciatori, uomini e donne di potere.
Disperati col sorriso.
Il Sistema fondato su immagini irrealistiche, su personaggi artificiali, costruiti a tavolino ti educa secondo l'idea che se non sei come loro in realtà non sei, non esisti.
Se lavori per qualche centinaio di euro al mese, se hai una pensione da fame dopo 40 anni di lavoro duro e senza gratificazioni non meriti attenzione.
E invece ci sei, perché altre persone vanno a scuola, hanno visto il mare e si innamoreranno ancora grazie al tuo senso di responsabilità, alla tua resistenza.

Non è demagogia, è il lato operaio della vita, quello che in TV non si vede mai.



Piacere / Luigi delle Bicocche
Sotto il sole faccio il Muratore e mi spacco le nocche
da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper
che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un Chopper
invece io passo la notte in un Bar Karaoke
se vuoi mi trovi lì / tentato dal videopoker
ma il conto langue e quella macchina vuole il mio Sangue
un soggetto perfetto per Brahm Stoker
TU
che ne sai della vita degli Operai
io stringo sulle spese / Goodbye Macellai
non ho salvadanai da Sceicco del Dubhai
mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a Snai
io sono il pane per gli usurai ma li respingo
non faccio l’Al Pacino / non mi faccio di Pachinko
non gratto / non vinco / non trinco / nelle sale Bingo
man mano mi convinco

che io sono un Eroe
perchè lotto tutte le ore
sono un Eroe
perchè combatto per la pensione
sono un Eroe
perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari
sono un Eroe
perchè sopravvivo al mestiere
sono un Eroe
straordinario tutte le sere
sono un Eroe
E te lo faccio vedere
ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere

Stipendio dimezzato / o vengo licenziato
a qualunque età io sono già fuori mercato
fossi un ex SS novantatreenne / lavorerei nello studio del mio avvocato
invece torno a casa distrutto la sera
bocca impastata come calcestruzzo in una betoniera
io sono al verde / vado in bianco / ed il mio conto è in Rosso
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera?
SU
vai / a vedere nella galera / quanti precari / sono passati ai mal’affari
quando t’affami / ti fai / nemici vari
se non ti chiami Savoia scorda i Domiciliari
finisci nelle mani di strozzini / ti cibi
di ciò che trovi se ti ostini a frugare i cestini
nè l’Uomo ragno nè Rocky nè Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio per i miei Bambini

che io sono un Eroe
perchè lotto tutte le ore
sono un Eroe
perchè combatto per la pensione
sono un Eroe
perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari
sono un Eroe
perchè sopravvivo al mestiere
sono un Eroe
straordinario tutte le sere
sono un Eroe
E te lo faccio vedere
ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere

Per far denaro ci sono più modi / potrei darmi alle frodi
e fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi
c’è chi ha mollato il Conservatorio per Montecitorio
lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody
io vado avanti e mi si offusca la mente
sto per impazzire come dentro un Call Center
vivo nella camera 237 / ma non farò la mia famiglia a fette
perchè sono un Eroe

sono un Eroe
perchè lotto tutte le ore
sono un Eroe
perchè combatto per la pensione
sono un Eroe
perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari
sono un Eroe
perchè sopravvivo al mestiere
sono un Eroe
straordinario tutte le sere
sono un Eroe
E te lo faccio vedere
ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere

venerdì 11 aprile 2008

Franco Fortini

A mia moglie

Tu scrivi, le labbra serrate, compunta
come quand'eri scolara, il tuo ciuffo
calato sugli occhi. (La stanza riceve
un poco di debole sole).
Qui siamo noi due, qui giunti per ora
recati dal tempo: tu ancora
confidi nei giovani anni
e nella leggera figura
che in essi hai composta, nei gesti che avevi
quand'eri sui compiti ancora.
Sei ora mia moglie, mi esisti vicina:
stupito ti guardo che vivi.

Franco Fortini, Poesie inedite, a cura di P.V. Mengaldo, Einaudi, Torino 1997

lunedì 7 aprile 2008

La teoria dell'involuzione


Torino, Metropolitana, foto di Giampaolo Squarcina

Oggi in metro, seduta davanti a me, c'era una meravigliosa bambina di due o tre anni. Diceva alla madre seduta accanto: perché va piano? - e la madre - perché ora cambia binario. Dopo qualche istante - perché va forte?. Incrociamo il treno in direzione opposta e lei - perché è così pieno? - la mamma - perché c'è tanta gente! - e la bimba - e come si chiamano?

Ecco cosa vuol dire essere intelligenti: riuscire a chiedersi ancora il "perché" delle cose.

È come ci fosse un perverso meccanismo involutivo nell'uomo. I bambini sono molto meno "scimmie" di quanto lo sia un adulto. Chiedere perché chiama anzitutto in causa una certa consapevolezza dei propri limiti: umiltà, capacità di mettersi in discussione, di non prendersi troppo sul serio. Chiedere perché, poi, è il primo passo della conoscenza; una conoscenza appassionata e instancabile, tipica dei bambini appunto.

Sopra tutto, comunque, chiedere perché è la fabbrica della fantasia, della creatività.
La mamma - perché c'è tanta gente! - e la bimba - e come si chiamano?

Samuel