A mia moglie
Tu scrivi, le labbra serrate, compunta
come quand'eri scolara, il tuo ciuffo
calato sugli occhi. (La stanza riceve
un poco di debole sole).
Qui siamo noi due, qui giunti per ora
recati dal tempo: tu ancora
confidi nei giovani anni
e nella leggera figura
che in essi hai composta, nei gesti che avevi
quand'eri sui compiti ancora.
Sei ora mia moglie, mi esisti vicina:
stupito ti guardo che vivi.
Franco Fortini, Poesie inedite, a cura di P.V. Mengaldo, Einaudi, Torino 1997
1 commento:
Ma, ascoltate. Inutili per inutili, vi andrebbe uno scambio di link?
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saluti a tutti e tre
Giuseppe Alessandro Valerio
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