martedì 26 ottobre 2010

Il maratoneta



Il suo è un caso davvero singolare.

La cosa lo impegna da molto tempo, anni.
Ormai in città tutti lo conoscono, non ci fanno neanche più caso.
Lui fa parte del panorama, c’è sempre stato e sempre ci sarà.
Bizzarro certo, con questo suo infinito correre, correre… ma in fin dei conti innocuo.
E’ qui sta passando adesso, eccolo.

La sua è una corsa frenetica, i muscoli delle gambe tesi in uno sforzo estremo; il respiro affannoso e al tempo stesso l’assenza nello sguardo della benché minima volontà di fermarsi.
Slalom tra le decine di bambini che escono da scuola, attraverso il semaforo rosso schivando le auto in velocità, nessuna rilevanza agli insulti ricevuti.
Il sudore impregna la maglia e imperla il suo viso mentre un vecchio scuote la testa sconsolato.
Lustre vetrine scorrono colorate ai lati del campo visivo, chissà quali meraviglie racchiudono, comincia a piovere.
Tanto meglio, non vi è ora ragione per rallentare, il fresco agevola la prestazione fisica.
‘Che ci fa qui in centro tutta questa gente?’
Una ragazza di bell’aspetto si pone timidamente sulla traiettoria: immobile, esprime un sorriso sensibile e comprensivo. Pare voglia dire qualcosa.
Schivata.
Ora nel parco, la strada sterrata con la pioggia si è trasformata in una poltiglia melmosa, il cane di un passante abbaia furiosamente qualche secondo per poi acquietarsi.
Si unisce un altro ragazzo in tuta, sembra tenere il ritmo fino a quando sfinito, capitola con il classico ‘non ce la faccio più’. Il corridore saluta gentilmente. Con un cenno della mano, senza voltarsi.
E’ una fortuna non sentire la fatica. O meglio, sentirla e ignorarla come una canzone che non ti piace.

Concentrato sulla corsa, l’uomo in fuga non ricorda più perché abbia un giorno iniziato a correre, da dove sia partito, da che cosa stia realmente scappando, sempre nel caso stia scappando.
Il fatto è che non se lo chiede nemmeno.

Capita che,durante la sua singolare maratona, si renda conto che potrebbe dirigersi dove vuole; ecco, quelli sono i momenti durante i quali egli prova una fugace sensazione di libertà.
Altre volte si domanda dove stia andando. Ma solo per un istante.
Immediatamente guarda a terra e aumenta il passo.

Quando si fermerà?
Non lo sappiamo.
Ci sono dei giorni in cui il cielo è sereno e gli alberi del viale sono vestiti di bianco; se in uno di quei momenti lo vedi passare, accostati a lui e guardalo negli occhi sorridenti:
capirai che il suo sogno è tagliare il traguardo.
Ovunque esso si trovi.