lunedì 3 settembre 2007

072007@MK


La Macedonia e le sue tre anime, foto Samuel, Luglio 2007

Nedžat è un ragazzo piuomeno della mia età. Vive con la madre e la sorella. E ha ospitato me per qualche settimana.


Mi alzo la mattina abbastanza presto, esco dalla stanza, scendo le scale e fuori di casa vado verso il bagno; lì vicino c'è una vecchia stufa dove comincio a mettere legna: anzi, prima la carta e i pezzi di legno più piccoli, poi quelli un po' più grossi. Con un accendino mezzo rotto appiccio il fuoco.
Il fuoco brucia,
sprigionando acre odore di vero.
Non ho finito. Riempo un pentolone di acqua fredda e lo piazzo sulla stufa. Dopo una mezzoretta potrò usare quell'acqua che diventerà calda per lavarmi. Farsi la doccia qui è un rito. Nulla di complicato, certo, ma un procedimento lungo e ripetitivo, questo sì.

La famiglia che ospita me e alcuni altri miei amici è rom. Ci sono fra i 50 e i 250 mila rom in Macedonia (fonte); oltre ai rom e ai macedoni, poi, ci sono gli albanesi: circa 500 mila (fonte). Si può capire dunque, quanto sia frammentata la popolazione macedone, che in totale si aggira sui 2 milioni di persone (fonte). Le tre anime della Macedonia – rom, albanesi e macedoni, appunto – sono diversissime su tutto: religione storia cultura ecc.; quell'equilibrio assai fragile e un po' forzato che esisteva ai tempi del dittatore comunista Tito, è andato svanendo. Attualmente la Repubblica di Macedonia è proprio come il resto dei Balcani: una pericolosa polveriera. Odio diffidenza e pregiudizi sono elementi ordinari fra le diverse etnie, che ormai si limitano a sopravvivere in un'esistenza in cui prevale la peggiore delle tolleranze: la totale chiusura verso chi è diverso.

Ad esempio, i macedoni sono cristiani ortodossi, mentre gli albanesi musulmani. Molti albanesi hanno muri di cemento attorno alle loro case, per “proteggere” le loro donne. Ai tempi del regime di Tito, le autorità andavano con le ruspe a demolire questi muri e, anche quando i padroni di casa si piazzavano caparbiamente seduti davanti al proprio muro, si usavano i cani per farli alzare. Ora questa violenza culturale e religiosa è acqua del passato. Tuttavia i “muri” che separano gli albanesi dai macedoni sono ancora più spessi. Ci sono villaggi in cui vivono solo albanesi; villaggi in cui vivono solo macedoni. E anche nelle città a popolazione mista, i quartieri sono quasi sempre ben separati.

Insieme al mio nuovo amico rom, discuto con una famiglia albanese musulmana di quanto la religione sia stata incapace di guidare l'umanità, la politica. Leggiamo alcuni passaggi da una sura del Corano e mentre faccio notare un passaggio biblico, gli occhi del padre di quella famiglia brillano...

di una luce di consapevolezza mista a speranza.
Forse un altro mondo è possibile.

Samuel

Nessun commento: