martedì 31 luglio 2007

Perle

Il maxi-processo voluto dai giudici del pool antimafia tra i quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino inizia a Palermo il 10 febbraio del 1986.

Quattrocentosettantaquattro imputati.
Alcuni di essi si comportano in maniera distruttiva e abbastanza pericolosa: uno si chiude la bocca con delle graffette per segnalare il suo rifiuto di parlare, un altro mostra segni di pazzia, urlando di continuo e ingaggiando lotte con le guardie anche quando indossa la camicia di forza, un altro ancora minaccia di tagliarsi la gola se una sua dichiarazione non viene letta alla corte (vedi fonte).

Ci sono nomi del calibro di Luciano Liggio (che si presenta in aula con un grosso sigaro cubano come i boss dei film americani), Pippo Calò (detto «il cassiere della mafia») e Michele Greco detto «il Papa» (con un abito azzurro e un Rolex d'oro al polso).

Tra di loro si distingue la figura di Michele Greco, non soltanto perl'importanza della sua figura ma soprattutto per il contenuto ideologico della sua difesa.
Grazie ai prossimi tre video saremo in grado di apprezzare:

Parte della sua strategia difensiva




Una rivoluzionaria teoria sulla rovina dell'umanità




Ed infine i sentiti auguri alla Corte




Alla fine del processo fu ritenuto colpevole di 4 omicidi (tra cui quello del giudice Chinnici fatto saltare in aria insieme alla sua scorta) e condannato all'ergastolo.

Grazie lo stesso.

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