Cresce, prende lentamente forma, rischiara i cupi e ombrosi luoghi della mente.
E avanza.
Leggera, tagliente, luce accecante che scivola sinuosa tra le risolute vestigia marmoree della Città Eterna.
Quello che non era neanche lontanamente ponderabile si rivela, alza la testa sbocciando, come un fiore che emana delicati e ispiratori profumi.
Sempre più intensi.
E' l'audacia della verità, l'incantevole candore dell'innocenza.
Chi sono veramente.
Non so rispondere, però potrei raccontare dove sono stato.
Da alcuni posti non me ne sono mai andato.
Anche se malconcio, da altri sono riuscito a tornare.
Viaggiando ho capito il pericolo di restare immobile.
Come quando ci si rassegna.
Succede che ciò che si crede perso, a volte non lo è.
Si è smesso di cercarlo.
Chi non cerca abbandona, chiude gli occhi sperando di addormentarsi.
Ma oltre a non dormire, non coglie neanche la più manifesta delle evidenze.
Ricomincia a cercare, è ancora qui.
Ha soltanto cambiato forma e colore ma è pronta a rivelarsi.
Se ricominci a cercare.
E quell'idea, nata seguendo percorsi ignoti e inconoscibili, ancora per un ultimo momento abbagliante, indica nel suo graduale affievolirsi la strada da seguire.
Prende il suo posto nel sacro e inviolabile registro della memoria insieme a tutte le altre, pronta a illuminare la ricerca.
Ricomincia a cercare.
Una volta ancora.