lunedì 29 novembre 2010

Donne, du du du





Parlare con le donne

Troppi maschi si accostano alle donne oscillando fra gli estremi. O le adorano o le disprezzano. Vogliono dominarle o esserne dominati, mentre fanno molta più fatica a porsi di fronte a loro in condizione di parità.

È tipico dei deboli e dei complessati divinizzare le irraggiungibili e umiliare le disponibili. Succede a tutti, nell’adolescenza. Il guaio è quando continua a succedere dopo.

La maggioranza degli uomini parla continuamente di donne, ma quasi mai con le donne. Per questo le conosce così male. Perché non le ascolta. Eppure basterebbe poco. Leggere i libri scritti dalle donne: lì si impara tantissimo. E sfogliare qualche posta del cuore, che invece tanti maschi snobbano con un’alzata di spalle.

Entrare nell’animo femminile, individuando i meccanismi che lo guidano, è un viaggio affascinante che rende più completa la vita di chiunque abbia il coraggio e l’umiltà di compierlo. Si impara a considerare le donne per quel che sono: non creature da venerare o giocattoli da usare. Ma esseri umani come noi, solo più complessi di noi, perché oltre al meccanismo razionale del vivere sviluppano fin dall’infanzia quello intuitivo, che non si nutre di parole e schemi prefissati, ma di energie e suggestioni.

Non esiste universo più affascinante per un maschio, che solo conoscendo le donne potrà andare alla scoperta della propria parte nascosta e così completarsi ed evolvere. Per millenni la cultura maschilista si è opposta al confronto con un muro di luoghi comuni imposti attraverso la forza. Ma ora quel muro si sta sgretolando e alcuni uomini coltivano finalmente il desiderio di conoscere le donne di cui fino a ieri avevano paura.

Ne incontrerai uno anche tu. A patto di non sentirti né una vittima né un’incompresa.

Massimo Gramellini
La Stampa, 28/11/2010

lunedì 22 novembre 2010

Simpatiche chicche per cinefili

Paolo Sorrentino, attualmente impegnato nella lavorazione di This must be the place con l'attore americano Sean Penn, è senz'altro uno dei registi italiani più apprezzati all'estero. Poetico e particolarmente attento ad un'estetica che rasenta la perfezione, ho sempre creduto sin da quel suo Uomo in più che Sorrentino si distacchi di molto dal modo di fare cinema italiano dei nostri tempi. Il suo ultimo lavoro, Il divo, è stato definito da Variety un "capolavoro" (Jay Weissberg, 22/5/2008).

In un gentile cameo concesso a Boris (III serie, puntata n° 12) - serie televisiva comica italiana - c'era una gag esilarante in cui Sorrentino (attore di se' stesso) veniva scambiato per Garrone, autore di Gomorra. Come a dimostrare ironicamente un'imbarazzante ignoranza cinematografica, dietro le quinte della TV.



Giovedì scorso ad Annozero è successo qualcosa di simile, ma con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali. Magari è stato solo un fraintendimento sui modi e tempi televisivi, ma l'effetto e accostamento è davvero notevole.