Rhett.
Cosa ti passa davanti agli occhi se mi senti pronunciare quel nome?
Sai di cosa parlo, vogliamo provare?
Allora?
Amore? E' probabile. Odio? Forse.
Rabbia, sicuramente.
Ma non avresti potuto fare diversamente, lo so. Hai dovuto salutare, andartene e rassegnarti all'evidenza come un mortale qualunque. Un uomo come tutti gli altri.
Tu oggi scuro in volto, fin qui abituato a sfidare la vita con quel sorriso sardonico e sprezzante.
Che dire... benvenuto.
Anche tu ora fai parte della rinomata Comunità, sei tra quelli con gli occhiali scuri anche se il cielo grigio, quelli che camminano contro vento anche quando esso soffia a favore.
Ti sei rivisto?
L'espressione che ti racconta nella tua intelligenza e profondità non è la più famosa:
"abbiamo fatto di tutto per non capirci" è una lucida, penetrante quanto dolorosa constatazione.
E' forse l'unico momento in cui la maschera col sorriso sarcastico cade e la tua vulnerabilità si rivela.
Ma tu sei ricordato per "francamente me ne infischio", una frase che ai tempi si voleva addirittura censurare, detta con simulato disprezzo, guardando negli occhi l'unica persona alla quale (tu lo sai bene) non smetterai mai più di rivolgere il pensiero.
Tuttavia in molti fraintendono, l'idea diffusa è che questa sia una frase violenta, da sguainare come una spada che va ad affondare dritta nel cuore di chi ci ha fatto male.
Eppure, se indagassero la tua espressione, se ti osservassero mentre la dici non troverebbero desiderio di rivalsa, non c'è in te soddisfazione alcuna nel dire quelle parole, nessun conforto; un attimo dopo sparisci nella nebbia della sera, solo e senza prospettive.
"Francamente me ne infischio" è l'amara constatazione di non poter fare nulla, il forte desiderio di sottrarsi a una situazione insostenibile pur sapendo che nessun luogo sarà abbastanza lontano dal ricordo di lei.
Non so se tornerai sui tuoi passi.
Chissà, forse te ne sei andato per sempre.
Però avresti dovuto dirle la verità, tutta la verità:
"Abbiamo fatto di tutto per non capirci. Mi mancherai."