Museo d'Orsay, Orologio della vecchia stazione dall'interno, Parigi
Il y a quelques années qu'en visitant, ou, pour mieux dire, en furetant
Notre-Dame, l'auteur de ce livre trouva, dans un recoin obscur de l'une
des tours ce mot, gravé à la main sur le mur:
Ἀνάγκη
Ces majuscules grecques, noires de vétusté et assez profondément
entaillées dans la pierre, je ne sais quels signes propres à la
calligraphie gothique empreints dans leurs formes et dans leurs
attitudes, comme pour révéler que c'était une main du moyen âge qui les
avait écrites là, surtout le sens lugubre et fatal qu'elles renferment,
frappèrent vivement l'auteur.
Victor Hugo - Notre Dame de Paris
La misura del tempo ha sempre avuto un posto di rilievo nelle attività umane.
All'uomo non interessa soltanto il come e il perchè delle cose, spesso l'informazione più importante riguarda il quando.
Tutti gli orologi hanno in comune una caratteristica forse ovvia ma che poi così ovvia non è: misurano un tempo che scorre costante, il cui incedere è contrassegnato da secondi, minuti e ore che si ripetono a intervalli sempre uguali tra loro.
In realtà esistono delle eccezioni.
Esistono infatti diverse concezioni di "tempo".
Per esempio, per misurare tempi che non seguono ritmi costanti, occorrono orologi adeguati, atipici.
Uno di essi è il Doomsday Clock, l'Orologio del Giorno del Giudizio, l'Orologio dell'Apocalisse.
La mezzanotte di questo quadrante indica la fine dell'umanità dovuta a una guerra nucleare o come più recentemente specificato, al disastro ambientale.
Gli Scienziati del Bulletin of the Atomic Scientist dell'Università di Chicago, in piena Guerra Fredda, decisero di fare iniziare il ticchettio di questo orologio non dalla mattina, neanche dal pomeriggio, bensi dalla notte fonda, quasi dalla fine, per la precisione da circa sette minuti prima della mezzanotte.
Era il 1947.
Da allora in poi le lancette si sono spostate molto poco sul quadrante e almeno in quattro occasioni si sono pericolosamente avvicinate alle
12:00 p.m..
Certo, si sono anche allontanate come quando nel 1991 sono state portate a diciassette minuti dalla mezzanotte in seguito alla caduta del muro di Berlino e alla dissoluzione dell'Unione Sovietica.
Solo per riavvicinarsi nuovamente all'ora del Giudizio.
Per intenderci, oggi sono le 11:55 p.m..
Abbiamo cinque minuti.
Certo, possiamo anche sperare che come nella migliore delle tradizioni l'orologio sia un po' "avanti" o che la situazione mondiale migliorerà riportando le lancette "indietro", il più lontano possibile dalla mezzanotte.
Sarà un po' inquietante ma ricordiamoci che un orologio può anche essere un po' "indietro" e segnare un'ora che è già passata, forse i minuti che mancano non sono cinque, forse sono meno.
Nel 1995 dalla Norvegia viene lanciato un satellite meteorologico.
Nel 1995 esce nelle sale cinematografiche Babe Maialino coraggioso, e allora?
Il satellite meteorologico che scorrazza allegramente nei cieli viene interpretato dalla Difesa russa come un attacco nucleare preventivo americano, un missile partito da un sottomarino che potrebbe sganciare otto bombe nucleari su Mosca nel giro di un quarto d'ora.
A questo punto il presidente russo Boris Eltsin attiva la famosa "valigetta" da cui è possibile ordinare il controattacco nucleare. Dopo circa otto minuti l'allarme rientra e il pericolo di una guerra atomica scoppiata per errore è così sventato.
Anche se non è stato registrato dagli scienziati di Chicago, quel giorno il Doomsday Clock arrivò a qualche secondo dalla mezzanotte.
Prendiamone atto, l'Orologio dell'Apocalisse non è precisissimo ma assolve una funzione filantropica: continua a strillare che non si può incolpare la fatalità per quei disastri che sono in realtà conseguenza delle scelte (auto)distruttive di uomini facenti parte di un sistema all'interno del quale il Potere è valore fondante.
5 ottobre 1960 Base Volk Field, Wisconsin
Una disfunzione di un sistema d’allarme radar avanzato causò un falso allarme nel quartier generale del comando di difesa aerospaziale del Nord America (North Aerospace Defense Command "NORAD") segnalando un "massivo" attacco di missili balistici sovietici vicino gli Stati Uniti. Un errore nel sistema del computer aveva rimosso due zeri dal raggio di controllo delle apparecchiature radar, provocando al radar la percezione di quello che riteneva fosse un possibile attacco missilistico a 2.500 miglia. Il radar in realtà stava percependo una riflessione della luna, situata lontano a 250.000 miglia.
(Fonte: Shaun Gregory, The Hidden Cost of Deterrente: Nuclear Weapons Accidents, Brassey’s UK, London, 1990, p.156)
25 ottobre 1962 Base Volk Field, Wisconsin
Un campanello d’allarme indicante l’inizio di una guerra nucleare con l’Unione Sovietica aveva cominciato a suonare accidentalmente durante l’apice della crisi dei missili cubani. I piloti corsero ai loro aerei dotati di armi nucleari ed erano pronti a partire quando l’errore fu individuato da un ufficiale nel posto di comando. Ai piloti fu ordinato di ritornare.
(Fonte: Scott D. Sagan, The Limits of Safety: Organizations, Accidents, and Nuclear Weapons, Princeton University Press, New Jersey, 1993, p.3)
3 e 6 giugno 1980, località sconosciuta
Un allarme che indicava un massivo attacco missilistico sovietico fu registrato da un computer per le comunicazioni connesso al NORAD. Fu radunato una consultazione per la valutazione della minaccia, e 100 B-52 armati nuclearmente furono messi in allerta per decollo imminente. Anche se l’errore fu individuato, lo stesso computer produsse un identico allarme tre giorni dopo il 6 giugno 1980. Fu nuovamente radunata una consultazione per valutare la minaccia e 100 B-52 armati nuclearmente furono messi in allerta per il decollo. Il problema fu successivamente riconosciuto come il fallimento di un circuito integrato in un computer, il quale stava producendo a caso cifre che rappresentavano il numero dei missili individuati.
(Fonte: Shaun Gregory, The Hidden Cost of Deterrente: Nuclear Weapons Accidents, Brassey’s UK, London, 1990, p.178)
26 settembre 1983
Verso mezzanotte un satellite diede l'allarme a Mosca che 5 missili intercontinentali americani stavano aggredendo l'Unione Sovietica. Il satellite aveva erroneamente identificato i raggi del sole con il movimento di un missile intercontinentale. Il responsabile, maggiore Petrow, che doveva inoltrare l'allarme di attacco ai suoi superiori, i quali avrebbero avuto pochissimi minuti di tempo per lanciare il contrattacco,aveva deciso di ignorare l'allarme per il semplice motivo che non poteva immaginare un attacco americano con solo 5 razzi dove se ne aspettava uno con almeno 500 missili nucleari.
10 gennaio 1984, Warren AFB, Cheyenne, Wyoming
La Warren Air Force Base a Cheyenne, nello stato americano del Wyoming, registrò un messaggio che uno dei suoi missili balistici intercontinentali Minuteman III era sul punto di lanciarsi dalla sua base sotterranea a causa di un malfunzionamento del computer. Per prevenire il possibile lancio, un mezzo corazzato fu parcheggiato in cima alla base sotterranea di lancio.
(Fonte: Shaun Gregory, The Hidden Cost of Deterrente: Nuclear Weapons Accidents, Brassey’s UK, London, 1990, p.181-2)
1 commento:
Ottimo lavoro di ricerca, Andrea. Ironia della sorte ho scoperto di aver fatto una foto identica a quella del tuo post a Parigi, proprio dentro il museo d'Orsay.
La domanda, dopo aver letto il tuo post, è questa: a cosa serve allora misurare il tempo, quando una singola trascurabile sottile "fatalità" può far cambiare il corso degli eventi?
Forse ad illuderci di averne il controllo...
Posta un commento