Buongiorno a chi non può vivere senza di te e ti fa sentire davvero importante reclamandoti al suo fianco sempre e comunque:
quanto ti invidiamo, se tu non gli fossi vicino, anima bella, non saprebbe chi altro ignorare.
Buongiorno alla telecamera a circuito chiuso che il 13 ottobre scorso a Foshan, nella provincia del Guangdong in Cina, ha filmato una bimba di due anni mentre veniva investita e ripetutamente schiacciata sotto le ruote degli autoveicoli di guidatori che, nonostante l'abbiano vista agonizzante sull'asfalto, hanno preferito non fermarsi. Cara telecamera ti meriti il buongiorno perché sei l'unico occhio 'umano' rimasto a vegliare gli ultimi istanti di una bimba alla quale si può imputare soltanto il fatto di essere nata sul pianeta sbagliato.
Buongiorno a chi riesce a credere alle bugie che si racconta, ci si sente al cospetto di intelligenze così raffinate che ogni tentativo di spiegarle fallisce sul nascere.
Povero me, banalotto intellettualoide di provincia, nella mia pochezza ho sempre e solo creduto a menzogne dettemi da altri.
Povero me, banalotto intellettualoide di provincia, nella mia pochezza ho sempre e solo creduto a menzogne dettemi da altri.
'Buongiorno principessa' anche quando sembra che la principessa non c'è più ed è diventata una strega e al contrario, quando non si vede ma c'è, nascosta dietro le sembianze di una triste Cenerentola o di una intorpidita Biancaneve.
Resta il fatto che il 'Buongiorno principessa' non va mai sprecato e andrebbe forse sfoderato soltanto in presenza di chi principessa - grazia sua - non sa di esserlo.
Buongiorno a chi vorrebbe dire cose importanti e quando si accorge che sta per farlo s'interrompe con un 'niente niente' troncando così le sue frasi a metà.
Cose dette ma non del tutto, proposizioni monche le quali svaniscono in un respiro, costruiscono relazioni del tutto similari: rapporti a metà, sentimenti malformi, intenzioni malintese.
E quando si vive qualcosa a metà senza rendersene conto, l'unica associazione di parole possibile è scontata, ovvia, più che infantile: 'manca qualcosa'.
Buongiornissimo a tutti coloro che alle feste organizzano giochi collettivi nei quali ci si mette in una ventina in cerchio a parlare di cose tremendamente serie e personali asserendo che tutto ciò sarà costruttivo e divertente allo stesso tempo.
Si vabbè.
Di solito più una cosa è personale più è intima. E, sempre di solito, più è intima più attiene alla sfera delle cose che si tengono per sé e per una cerchia ristrettissima di persone le quali si sono identificate come 'amici' in quanto capaci di concepire, apprezzare e cogliere proprio quegli aspetti così delicati che attengono all'esistenza di ciascuno.
Non ci si mette a nudo in piazza.
Se qualcuno trova il coraggio di parlare davanti a 20 persone, la maggior parte delle quali semplici conoscenti di sue questioni intime e personali, di queste due una:
o è un superficiale che non dà valore alle cose che ha dentro o recita il solito copione strappa-stima.
o è un superficiale che non dà valore alle cose che ha dentro o recita il solito copione strappa-stima.
In realtà c'è anche la possibilità che si senta compreso e apprezzato da tutti.
Il che è certamente peggio, buongiornissimo again. DivertiteVI.