"Siete su Radio Freccia 94.3 fino a mezzanotte meno un minuto. In queste ultime due ore vi ho raccontato un sacco di cose che non so fino a che punto vi potevano interessare; ma come avete capito la storia di questa radio è anche la storia di una compagnia ... "
Era la seconda metà degli anni ’70. Due simpatici bambocci ( ciao Dario ) tra una partita di pallone, il catechismo e i compiti della maestra trovavano anche il tempo di giocare alla radio. Quello più preso, nel suo piccolo delirio, gli aveva dato anche un nome: Radio Faro … mah.
Non si facevano mancare nulla: pubblicità, dediche musicali, telefonate in diretta.All’inizio le trasmissioni erano immaginarie poi registrate su nastro fino a quando i due precoci e tecnologici fanciulletti con i soldi della paghetta settimanale acquistarono un trasmettitore F.M.
La portata era di ben trecento metri, quanto bastava per arrivare a casa di Dario, per farsi sentire nel quartiere e per sognare.
Gli anni ’70. Anni di sogni e di incubi. Si sognava: c’era il movimento studentesco, le lotte sindacali, la volontà di molti di incidere, di cambiare, la sensazione che un mondo migliore fosse possibile. Ma insieme ai sogni non mancavano gli incubi: le contrapposizioni ideologiche, il terrorismo, le stragi, la violenza di Stato.
Naturalmente i nostri due imberbi eroi, per quanto precoci, non avevano la minima consapevolezza dei tempi che le loro giovani e tenere vite stavano vivendo. Ma volevano giocare alla radio perché fu proprio in quegl’anni e in quel clima che nacquero le prime radio libere.
Nel 1976 la corte costituzionale dichiara illegittimo il monopolio Rai sulle trasmissioni radiotelevisive a livello locale. Nel giro di pochi mesi il fenomeno esplode. La cosiddetta “modulazione di frequenza” si riempie di decine di radio. Sono per lo più gruppi di amici che con un minimo investimento tecnologico e tanta voglia di sognare riempiono i loro palinsesti ( ma ancora fortunatamente non si chiamavano così) di musica, notizie, programmi demenziali e soprattutto, grazie al telefono, di un contatto, di una linea diretta con i propri ascoltatori.
Non c’erano playlist, pubblicità, pressioni politiche. Erano radio libere, come lo spirito di quegl’anni.
La cinematografia ricorda quel fenomeno con diversi film, tutti ispirati a storie vere.
”Radio Freccia” ,film di Luciano Ligabue, racconta di una radio libera di Correggio, Radio Raptus, e delle vicende del gruppo di amici che la fondò.
”Lavorare con lentezza” è invece la storia di Radio Alice la radio del movimento studentesco a Bologna.
”I cento passi” racconta di Peppino Impastato e della sua tragica lotta contro la mafia a Cinisi in Sicilia grazie anche a Radio Aut.
Tre film diversi eppure, a loro modo, straordinari.
Gli anni ’70, le radio libere … e poi? E poi arrivarono gli anni ’80, gli anni del riflusso, del rientro alla dimensione privata, degli yuppies, della tv commerciale. Poi la caduta del muro di Berlino, l’illusione di mani pulite e della seconda repubblica, la globalizzazione, il turbocapitalismo, l’11 settembre, la guerra al terrore e …Sono passati trent’anni ma forse ne sono passati molti di più.
E i nostri due teneri mucchietti d’ossa ?Beh uno è un affermato libero professionista e l’altro … l'altro forse ha perso le parole.
domenica 1 aprile 2007
Video killed the radio star
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1 commento:
Salve, sono l'affermato libero professionista :-))
Grazie per la dedica e per tutto il post, davvero di cuore!
Sinceramente, come ben sai, io tutta quella nostalgia per quei tempi non ne ho. Al massimo ne ho un po' per gli anni '80 in generale (perché, come dico sempre, io sono "nato" nel 1985: quando ho iniziato a "vivere nel mondo"), e poi naturalmente per la Caduta del muro di Berlino e per Mani Pulite.
Di tutto il resto, terroristi, 11/9... chissenefrega. Che si ammazzino tra di loro, amen.
Però, certo che ci divertivamo con Radio Faro (io forse volevo chiamarla Radio Stella? Ricordo bene? Vuol dire che in entrambi i casi cercavamo una Luce Guida? :-) )! Forse la cosa più bella era che avevamo qualcuno di cui entrambi, reciprocamente, avevamo stima. E' così difficile trovare gente degna di stima, in questo mondo di idioti, che sono sempre stato molto fiero che noi fossimo Grandi Amici!
Sto facendo di nuovo il Calvinista? Boh! :-)
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