Io in quell'ascensore non ci volevo entrare.
Però guardate che mi sarei perso!
Continuo a chiedermi: ma io perché ho perso degli anni a studiare?
giovedì 31 gennaio 2008
Questo è un abbuso!
lunedì 28 gennaio 2008
Danilo
Danilo.
Danilo lo conosco da un sacco di tempo, posso dire che ormai per me è come un fratello.
Aveva il vizio, soprattutto da bambino, di emulare le mie "brillanti" trovate più o meno idiote che fossero.
Poi a un certo punto ha smesso, per sua fortuna, di copiarmi.
E infatti oggi, diversamente da me, è felicemente sposato con una graziosa ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi.
Forse anche io dovrei smettere di ricopiarmi a ciclo continuo.
Mi è piaciuta molto una sua composizione, gli ho chiesto di farmela pubblicare e lui ha risposto "Sì".
Poi ha dato un altro morso al panino.
"A Siviglia il mare non c'è.
Tuttavia, per la sognante e ingenua ragazza protagonista di queste rime, l'amore per la Spagna e per il suo ragazzo rende la città andalusa ciò che non è, sfondo ideale di un sogno che si vorrebbe vedere realizzato.
E' vero, a Siviglia il mare non c'è. Credete che le importi?"
Danilo
Il Mar di Siviglia
Mi affaccio al balcone
una sera d'estate
e vedo la Luna
e le stelle incantate.
Stan tutte guardando,
non senza rimpianto,
qualcosa che brilla
ma non è loro accanto.
E' lì sulla Terra,
dove ormai più niente
può fare più luce
del Sole splendente.
Può essere cometa
giunta da lontano
o pura bellezza
d'un essere umano?
Le stelle invidiose
all'unanimità
rispondon che è un viso
di rara beltà!!
Mi sporgo, m'allungo
tutto per guardare
quel volto stupendo
di cui sento parlare.
E' di una ragazza
che senza fiatare
ammira la Luna
ed immagina il mare.
Quel mare di Spagna
che ha tanto sognato!
Un giorno ci andrà!..
spera con il suo amato.
Così chiude gli occhi
e pensa a quel pazzo
che ha reso felice
perché è il suo ragazzo.
Felice quel pazzo:
"Felice è dir poco!"
urlerebbe a quel Rosso
che ha acceso in lui il fuoco.
"Amor, Buona notte...
non c'è il mare a Siviglia...",
Lorena si gira
e la Luna sbadiglia.
venerdì 18 gennaio 2008
Atei devoti
Papa Benedetto XVI, Joseph Alois Ratzinger
WHO: Papa Benedetto XVI, nato Joseph Alois Ratzinger, uno dei maggiori teologi del mondo, prefetto dal 1981 del massimo organo di vigilanza sulla purezza della dottrina della Chiesa cattolica (per approfondire, leggi qui)
WHAT: Declina l'invito in occasione dell'inaugurazione del nuovo anno accademico dell'Università "La Sapienza" di Roma.
WHEN: L'inaugurazione è avvenuta ieri, 17 gennaio 2008.
WHERE: La "Sapienza Università di Roma" è l'università più grande d'Europa. Conta circa centocinquantamila iscritti. Ironia della sorte, fu appunto istituita per volontà di un papa: papa Bonifacio VIII (per approfondire, leggi qui).
WHY: Il papa declina l'invito a seguito della critica circa il suo intervento a opera del docente Marcello Cini prima, di altri 67 docenti poi. Questi docenti, in una lettera al rettore dell'università, hanno espresso una certa preoccupazione a causa delle radicali posizioni del papa contro la "Scienza", come già affermato da Cini, e in aggiunta hanno ricordato l'affermazione del papa nel 1990 secondo cui "il processo [della Chiesa] contro Galileo fu ragionevole e giusto"!
La triste mischia della Sapienza era nell’aria. Dispiace a tutti, lascia solo vinti e nessun vincitore. Ma è veramente ipocrita dimenticare (come hanno fatto molti giornali, molti telegiornali) gli eventi che hanno schiuso porte e finestre a questo clima fetido. Grazie al suo interventismo implacabile nell’attività politica, legislativa e perfino amministrativa di questo Paese, la Chiesa è sospettata da molti italiani, per la prima volta con questa intensità, di essere una fazione politica e non già un’autorità spirituale. L’attrazione inedita che questo papa (ideologo quanto teologo) esercita su piccoli ma potenti circoli della destra politica e giornalistica non ha assolutamente nulla di spirituale. E diciture come "atei devoti" la dicono lunga, in questo senso. Li muove la passione ideologica, il gradimento massimo per le possibilità di riassetto culturale, ma anche politico e perfino gerarchico, che questo papato offre a una società stanca e divisa.
E quando il magistero di un Papa arriva in Università tra gli applausi degli ultras, è quasi inevitabile (ancorché sconveniente e stupido) che si formi una inedita falange "no pope", impensabile fino a pochi mesi fa. Politica chiama politica. È la dura legge della città degli uomini.
Michele Serra, La Repubblica, 17 gennaio 2007
Le dieci corna che hai visto, e la bestia selvaggia, queste odieranno la meretrice e la renderanno devastata e nuda, e mangeranno le sue carni e la bruceranno completamente col fuoco.
Apocalisse XVII, 16
venerdì 11 gennaio 2008
Fate il vostro gioco
Immagine da http://www.vision.org/
Una stanza buia e ampia della quale non è possibile individuare le pareti.
Attorno a un lungo tavolo di legno massiccio dalle estremità arrotondate si gioca una partita di poker carica di tensione.
Due lampade sospese illuminano di una luce brillante il tappeto verde sul quale fanno la loro comparsa carte da gioco pronuncianti verdetti inappellabili.
Tre uomini in smoking e tre donne avvolte in eleganti vestiti da sera siedono composti, immersi nella penombra l'uno accanto all'altra.
In questo luogo in cui il tempo sembra rallentare il suo inarrrestabile incedere la cura prestata ai dettagli è evidente espressione della delicatezza del momento.
Occhi si scrutano con sguardo penetrante nel silenzio rotto ciclicamente dalle parole atone del croupier e dallo strofinio acuto delle fiche che migrano da una zona all'altra del tavolo a seconda di chi vince o di chi perde.
I gesti, gli sguardi, il linguaggio del corpo, la vera sfida sta nell'interpretazione di un alfabeto antico e misterioso, costituito da lettere e numeri che non si possono scrivere, si possono soltanto leggere.
Chi si trova qui, intorno a questo tavolo in questo momento ha accettato di misurarsi con il caso, con la Probabilità, con le Possibilità e con lo spettro dell'Insuccesso in presenza di una figura in divisa che riesce ad essere maledettamente imperturbabile e che continua a incalzare i giocatori dicendo:
"Signori, fate il vostro gioco".
mercoledì 9 gennaio 2008
giovedì 3 gennaio 2008
Teoria degli insiemi (d'amore)
Insiemi: (A)more, am(I)cizia, pa(S)sione (fatto con Krita)
Eccola qua, la mia teoria è semplicissima. Lineare. Elementare. La teoria degli insiemi si studia fin dall'inizio: in prima elementare, in prima media, in prima superiore e perfino al primo anno di molti corsi di laurea. È la prima cosa da sapere.
Possibile che sia così difficile concepire e spiegare l'amore? L'amicizia (autentica, intima) ne è un sottoinsieme. Strettamente incluso, si direbbe, nell'insieme definito amore. Strettamente, perché non sono la stessa cosa. Strettamente, perché l'amore include ancora dell'altro: la passione, ad esempio. Cioè il sesso, l'attrazione fisica, quella difficilmente definibile alchimia tutta stomaco e niente cervello. Tuttavia disgiunti: passione e amicizia sono due cose diverse ma incluse entrambe in quell'insieme che chiamiamo amore.
A me sembra banale, perfino un po' pleonastico, esporre un simile ragionamento. Eppure ci sono un sacco di persone, molte donne in verità, che intendono questi sentimenti in modo differente. Ampie intersezioni della passione con l'amore l'amicizia e con il vuoto attorno. Amicizia e amore disgiunti. Come si fa? Aiutatemi voi. Come concepire di amare una persona che non ti sia prima profondamente amica? Oppure, al contrario, come si può amare una persona per la quale non ci sia già una forte attrazione?
Un inguaribile idealista,
Samuel
mercoledì 2 gennaio 2008
Entro il decimo secondo
Sei ancora qui. E non te l'aspettavi.
Alzarsi sempre entro il decimo secondo è un ormai un riflesso condizionato, ti viene spontaneo come respirare.
Gocce di sangue e sudore che nessuno vede rigano il tuo viso, segnato e fiero in una smorfia di dolore che non cerca compassione.
Vuole rispetto. Nient'altro.
Ma sei ancora qui. E non te l'aspettavi.
Vincere o perdere è una semplificazione imperdonabile, tu ambisci a una cosa sola: rimanere in piedi, con lo sguardo rivolto in avanti e il cuore che batte lento.
Il tuo è l'animo indomito di chi ha scelto di non atteggiarsi a vittima, neanche per un solo istante.
Sei ancora qui. E non vorresti essere in nessun altro posto.