Io le sigarette non le fumo, le strazio!
Me le accendo qualche volta dopo mangiato, quando ho bevuto più del solito, e mi diverto a buttar fuori il fumo senza aspirarlo. È un modo di passare il tempo, o forse solo di finire le sigarette degli altri: non ho mai comprato un pacchetto in vita mia.
Quel sabato sera avevo mangiato anche bene, per la verità: cinque assaggi di primi, un carpaccio di carne, una vodka schifosa al limone, vino buono. Prezzo eccezionale: gratis! Offriva Joe Pratesi.
Mezz'ora dopo eravamo a casa di Chiarina, un'amica di Pratesi. Lì ho diluito, col ghiaccio e con un amorevole senso delle proporzioni alcoliche, numero due drink fatti col Campari. Poi abbiamo iniziato a chiamarci a vicenda sui telefonini, e tutti si divertivano: non era già un sabato sera fantastico?
Dopo i due drink e tre sigarette di seguito, sprezzanti del pericolo e incuranti del rischio di invecchiamento precoce che da il vivere le notti senza programmi, decidiamo di spostarci al «Buongiorno Tristezza», un bar per «gente sconosciuta che cerca nei sorrisi la libertà perduta». Più che un bar, una cooperativa di malelingue, dove, pur conoscendosi solo di vista, tutti pensano ugualmente di sapere, e poter dire, tutto di tutti; e quello che non sanno se lo inventano.
«Vedi quello,» mi dice sottovoce Pancio «è l'ex fidanzato di Chiarina. Lei sta facendo di tutto per scordarselo, ma non ci riuscirà.»
Mi accorgo che mi sta girando vorticosamente la testa.
Esco dal «Buongiorno Tristezza» e raggiungo il gruppo. Una ragazza vestita da schiava propone, senza troppo entusiasmo, di andare al mare. Joe Pratesi, che a casa ha tre figli e una moglie ad aspettarlo, scivola verso la macchina. Quando capisco che farei meglio a seguirlo, è già troppo tardi: vedo la macchina schizzarmi via davanti. L'ex ragazzo di Chiarina inforca la moto e se ne va. Ho l'impressione che lei lo segua con lo sguardo fino a che lo può vedere, e con la mente fino a che non si innamorerà di un altro.
«Andiamo tutti al mare?» insiste la schiava che ormai più nessuno ascolta, e, invece di andare al mare, di lì a mezz'ora siamo davanti a un altro bar. Questo si chiama «Buonanotte ai Persi», è più piccolo del «Buongiorno Tristezza», e dentro non c'è praticamente nessuno.
«Si va in discoteca?» propone la schiava che tutti continuano a ignorare.
Chiarina adesso ha veramente uno sguardo triste, Pancio mi chiede una sigaretta (a me?!), Vetusta parla a bassa voce con la schiava. La serata sta ristagnando.
Siamo al pareggio delle emozioni. Poi improvvisamente passa in vantaggio la noia.
Me le accendo qualche volta dopo mangiato, quando ho bevuto più del solito, e mi diverto a buttar fuori il fumo senza aspirarlo. È un modo di passare il tempo, o forse solo di finire le sigarette degli altri: non ho mai comprato un pacchetto in vita mia.
Quel sabato sera avevo mangiato anche bene, per la verità: cinque assaggi di primi, un carpaccio di carne, una vodka schifosa al limone, vino buono. Prezzo eccezionale: gratis! Offriva Joe Pratesi.
Mezz'ora dopo eravamo a casa di Chiarina, un'amica di Pratesi. Lì ho diluito, col ghiaccio e con un amorevole senso delle proporzioni alcoliche, numero due drink fatti col Campari. Poi abbiamo iniziato a chiamarci a vicenda sui telefonini, e tutti si divertivano: non era già un sabato sera fantastico?
Dopo i due drink e tre sigarette di seguito, sprezzanti del pericolo e incuranti del rischio di invecchiamento precoce che da il vivere le notti senza programmi, decidiamo di spostarci al «Buongiorno Tristezza», un bar per «gente sconosciuta che cerca nei sorrisi la libertà perduta». Più che un bar, una cooperativa di malelingue, dove, pur conoscendosi solo di vista, tutti pensano ugualmente di sapere, e poter dire, tutto di tutti; e quello che non sanno se lo inventano.
«Vedi quello,» mi dice sottovoce Pancio «è l'ex fidanzato di Chiarina. Lei sta facendo di tutto per scordarselo, ma non ci riuscirà.»
Mi accorgo che mi sta girando vorticosamente la testa.
Esco dal «Buongiorno Tristezza» e raggiungo il gruppo. Una ragazza vestita da schiava propone, senza troppo entusiasmo, di andare al mare. Joe Pratesi, che a casa ha tre figli e una moglie ad aspettarlo, scivola verso la macchina. Quando capisco che farei meglio a seguirlo, è già troppo tardi: vedo la macchina schizzarmi via davanti. L'ex ragazzo di Chiarina inforca la moto e se ne va. Ho l'impressione che lei lo segua con lo sguardo fino a che lo può vedere, e con la mente fino a che non si innamorerà di un altro.
«Andiamo tutti al mare?» insiste la schiava che ormai più nessuno ascolta, e, invece di andare al mare, di lì a mezz'ora siamo davanti a un altro bar. Questo si chiama «Buonanotte ai Persi», è più piccolo del «Buongiorno Tristezza», e dentro non c'è praticamente nessuno.
«Si va in discoteca?» propone la schiava che tutti continuano a ignorare.
Chiarina adesso ha veramente uno sguardo triste, Pancio mi chiede una sigaretta (a me?!), Vetusta parla a bassa voce con la schiava. La serata sta ristagnando.
Siamo al pareggio delle emozioni. Poi improvvisamente passa in vantaggio la noia.
Trent'anni alta mora
Leonardo Pieraccioni
Leonardo Pieraccioni
1 commento:
Ce l'ho anchio quel libro :)
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