lunedì 30 ottobre 2006

Caos e Complessità #1


da kennethcole.com

Due ragazzi passeggiano abbracciati tra le aiuole fiorite di un parco cittadino.
Hanno l'aria trasognata di chi ha momentaneamente deciso di dimenticare la realtà.
Lasciata la nostra dimensione determinata dallo spazio e dal tempo, sono entrati già da un bel po' in quella che potremmo definire una dimensione metafisica, costituita da flussi continui di sguardi e parole, silenzi e sorrisi densi di significati subliminali.
Si estingue così un luminoso pomeriggio di primavera, l'aria si rinfresca, i bimbi tornano a casa dando la manina alle loro mamme e il parco inizia popolarsi di improbabili atleti che trottano stancamente, appesantiti dai chili di troppo.
I nostri ragazzi si avvicinano all'uscita principale, ancora uno sguardo, un bacio e qualche passo all'indietro prima di lasciarsi definitivamente e ricominciare la comunicazione al cellulare prima che sia passata mezz'ora.
Un uomo in sella al suo scooter osserva distrattamente la scena, poi si accende una sigaretta, guardando in un altra direzione.

Una ragazza con una graziosa borsetta rossa e il suo ragazzo passeggiano abbracciati tra le aiuole fiorite di un parco cittadino.
Hanno l'aria trasognata di chi ha momentaneamente deciso di dimenticare la realtà.
Lasciata la nostra dimensione determinata dallo spazio e dal tempo, sono entrati già da un bel po' in quella che potremmo definire una dimensione metafisica, costituita da flussi continui di sguardi e parole, silenzi e sorrisi densi di significati subliminali.
Si estingue così un luminoso pomeriggio di primavera, l'aria si rinfresca, i bimbi tornano a casa dando la manina alle loro mamme e il parco inizia popolarsi di improbabili atleti che trottano stancamente, appesantiti dai chili di troppo.
I nostri ragazzi si avvicinano all'uscita principale, ancora uno sguardo, un bacio e qualche passo all'indietro prima di lasciarsi definitivamente e ricominciare la comunicazione al cellulare prima che sia passata mezz'ora.
Un uomo in sella al suo scooter osserva con interesse la scena.
Lo attrae quella borsetta rossa e il suo contenuto in denaro che, l'uomo spera, sia cospicuo.
La luce è ormai scarsa, la ragazza è sola, le vie sono libere e assicurano una fuga sicura.
Come un fulmine si avventa in accelerazione accanto alla ragazza e le strappa la borsetta dalle mani prima che lei si possa rendere conto di cosa sta accadendo.
La ragazza ha appena il tempo di emettere un grido prima di essere sopraffatta e scaraventata per terra dopo aver battuto la fronte contro la cancellata del parco e la nuca sul marciapiede.
Allertato da quella voce così familiare, il fidanzato di lei si volta e in un attimo comprende l'accaduto: quel tipo in scooter che sta fuggendo nella sua direzione ha appena scippato e travolto la persona che lui ama.
Decide di sbarrargli la strada, vuole provare a farlo cadere, vuole recuperare la borsetta e cosa che gli sta anche più a cuore, vuole inchiodare alle sue responsabilità l'individuo che ha schiacciato a terra la sua fidanzata.
Lo scooter procede a grande velocità, lui non si sposta, lo aspetta in mezzo alla strada.
Il ladro tenta di schivarlo ma lui alza un braccio all'altezza del collo dell'uomo riuscendo a separare il veicolo dal conducente. Si sente soltanto un urlo, e il tonfo sordo di corpi che si abbattono con violenza sull'asfalto.
Lo scooter abbandona i due uomini sorretto da un precario equilibrio e finisce così per collidere contro una torretta del distributore di benzina a lato della strada. Il carburante che da lì fuoriesce a fiotti si riversa sul motore caldo del mezzo ancora in moto.
L'esplosione illumina la sera, il boato richiama decine di persone dalle vie adiacenti che al loro arrivo imprimono nei loro occhi una scena apocalittica: tre persone esanimi in terra e un distributore di benzina in fiamme dal quale si alza un denso fumo nero.
La prima ad arrivare è una volante dei vigili urbani a sirene spiegate, cui fa seguito un esercito di uomini tra ambulanze, vigili del fuoco e carabinieri.

Due racconti che iniziano con gli stessi protagonisti, nello stesso luogo e nello stesso contesto improvvisamente divergono dando luogo a finali tragicamente diversi.
Un lettore attento può osservare che tra le due storie è bastata una minima variazione nelle condizioni iniziali (la presenza o meno della graziosa borsetta rossa) per dare luogo a una serie di considerevoli dissomiglianze finali.
Sembrerebbe quindi,che anche cose apparentemente insignificanti e ininfluenti sul breve periodo possano condurre a degenerazioni importanti ed esiti imprevedibili.
Ecco perchè le previsioni metereologiche non possono spingersi oltre qualche giorno, ecco perchè i crittologi fanno una gran fatica nel decriptare messaggi codificati da algoritmi che utilizzano meccanismi degenerativi basati sulla teoria del caos.
L'approssimativa coscienza delle condizioni iniziali determina la nostra conseguente impossibilità di predire eventi che si possano poi considerare certi.

Questa è la semplice sostanza della teoria del caos: variazioni impercettibili delle quali non teniamo conto nei nostri calcoli e progetti di partenza distruggono (o semplicemente variano) irreversibilmente le nostre previsioni.
E ogni volta noi siamo lì, costantemente delusi a chiederci che cosa non ha funzionato.
Questo mondo è troppo complesso per noi.
Anche per chi ha la presunzione di ostentare certezze e giudizi inappellabili.

La matematica usata per millantare dati soddisfa la vanità di uomini ambiziosi.
La matematica che scopre i limiti, invece, è sicuramente più interessante in quanto rende evidenti lacune imbarazzanti.
L'obiettivo della conoscenza non dovrebbe essere quello di ostentare risposte, quanto, invece, quello di indurre a riflettere su domande sempre più profonde.
Complessità e teoria del caos, due antidoti per chi soffre di alterigia.

PS Occhio quando andate al parco

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