Il cacciatore di aquiloni (film), di Marc Forster
«Sono diventato la persona che sono oggi all'età di dodici anni, in una gelida giornata invernale del 1975. Ricordo il momento preciso: ero accovacciato dietro un muro di argilla mezzo diroccato e sbirciavo di nascosto nel vicolo lungo il torrente ghiacciato. È stato tanto tempo fa. Ma non è vero, come dicono molti, che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente. Sono ventisei anni che sbircio di nascosto in quel vicolo deserto. Oggi me ne rendo conto.» - Incipit de Il cacciatore di aquiloni
Per chi di voi ha già letto questo romanzo, ci sono buone notizie! Personalmente amo di più i grandi “classici” della letteratura; tuttavia questo romanzo secondo me è una delle migliori opere contemporanee. Scritto in prima persona, da un narratore onnisciente (cioè sa tutto di tutti in qualsiasi momento), è la storia di un ragazzo che cresce in trent’anni di storia afgana. Lo stile è facile e scorrevole. Il coinvolgimento emotivo, totale.
La buona notizia è che uno dei più apprezzati registi contemporanei, Marc Forster (l’autore di Nerverland, tanto per intenderci), ci ha fatto un film, girato in persiano (!!) e con la sceneggiatura dello stesso Hosseini (lo scrittore). L’uscita, prevista a novembre, è stata spostata al 14 dicembre (11 gennaio qui in Italia), a causa di alcune preoccupazioni per l’incolumità dei giovani protagonisti di Kabul, che in questo modo avranno il tempo di trasferirsi negli States.
Samuel
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